Sui social network non importa il nostro grado di esperienza, l’allenamento o il nostro desiderio di rivalsa: ci sentiamo tutti dei provetti Usain Bolt! Vogliamo tagliare il traguardo per primi sfrecciando davanti ai nostri avversari, o competitor appunto: avere più like, più follower, più commenti, più Storie, più tutto. Ma poi, all’atto pratico, siamo davvero capaci di farlo? E se le cose non vanno come pensavamo, siamo in grado di individuare l’errore e correre ai ripari in modo efficace? Purtroppo, infatti, la buona volontà o delle buone intuizioni (o anche un buon prodotto e persino un servizio eccellenti) non sono sempre sufficienti a fare di noi “i primi”, soprattutto sui canali social, dove la competizione è ardua e le tecniche per affermarsi non così scontate. Proviamo allora a capire come comportarsi su uno dei social più utilizzati e più apprezzati dal pubblico digitale: scarpe ginniche, vestitevi comodi, in questo articolo scopriamo le strategie fondamentali per creare un profilo Instagram che funziona davvero!
Perché proprio Instagram?
Okay, pronti ai blocchi di partenza! Fermi ancora un attimo, però: perché ci stiamo focalizzando proprio su Instagram? I numeri possono aiutare a trovare una risposta:
Questi i dati risalenti al 2018 riportati da Virality:
- 19.300.000 milioni di utenze nel mondo
- il 34% degli italiani è attivo sul canale
- età predominante compresa fra i 18 e i 34 anni
- 51% di prevalenza femminile
I numeri confermano come Instagram sia uno dei social network preferiti dagli utenti. Un successo dovuto anche e soprattutto alle caratteristiche della piattaforma: fotografia, semplicità, interazione, velocità. Si tratta di uno strumento che permette alle persone di pubblicare contenuti brillanti in maniera totalmente libera e personale, instaurando network quotidiani e duraturi con i propri follower. Ma si può usare Instagram per fare business?
Non solo svago e uso personale: negli ultimi 3 anni Instagram è cresciuto anche in molti settori imprenditoriali. Il suo impiego da parte delle start up è aumentato del 35%, nel mondo del giornalismo del 20%, per svolgere attività di personal branding c’è stato un incremento del 90%. Gli e-commerce, invece, lo sfruttano con una percentuale maggiore del 20%: in generale si può dire che il 50% dei brand in più lo usa. Riassunto? Possiamo utilizzare Instagram anche per creare vere e proprie strategie di marketing aziendali. Pronti, partenza, via!
Come creare un profilo Instagram che funziona?
Come per gli atleti è fondamentale focalizzarsi completamente sull’obiettivo, concentrarsi per non commettere errori, così per noi sarà importante studiare approfonditamente le basi su cui poter costruire il nostro futuro digitale. Partiamo allora da alcune scelte imprescindibili: sport individuale o di gruppo? Fuor di metafora, meglio un profilo personale (anche votato a logiche di Business) o un profilo aziendale?
Profilo Personale vs Profilo Aziendale
È questo il primo bivio, la prima grande scelta da prendere. Potrà sembrare un dilemma scontato o di poco conto, ma in realtà da questo momento in poi alcune decisioni che prenderemo su Instagram ne saranno condizionate. Quali sono i vantaggi di un profilo personale? Se volessimo sintetizzare tutto in due parole, in uno slogan strappa like, per rimanere in tema, potremmo dire: privacy e libertà. Innanzitutto il profilo personale, a differenza di quello aziendale, può essere privato. Se un utente vuole apparire nelle bacheche di Instagram, ma desidera scegliere e selezionare il proprio pubblico, deve assolutamente valutare questa possibilità. In secondo luogo il profilo personale concede una maggiore libertà espressiva: non avere alle spalle un brand da proteggere sicuramente agevola la creazione di contenuti più spontanei. Bene allora abbiamo scelto, profilo personale! Calma: vogliamo conoscere a fondo tutte le statistiche del nostro profilo sfruttando gli insights della piattaforma? Desideriamo accrescere la nostra visibilità promuovendo e sponsorizzando i nostri contenuti migliori? Abbiamo un sito web da inserire nel sommario del profilo? In questo caso la scelta migliore non può che ricadere sul profilo aziendale, lo strumento ideale per avere un’identità Instagram istituzionale.
Il primo biglietto da visita: immagine e bio
Prima scelta andata, prossimo step: la biografia (da questo momento siete autorizzati a chiamarla “bio”). Partiamo dall’immagine del profilo. Come già accennato in precedenza, Instagram non è un social che si prende troppo sul serio. Essere brillanti è una scelta che spesso paga, quindi meglio optare per immagini non troppo istituzionali, senza esagerare ovviamente. Per il profilo personale è consigliabile usare foto in cui siamo soli e riconoscibili. Se, invece, è nostra intenzione rappresentare al meglio la nostra impresa, potrebbe essere più opportuno sovrapporre il logo ad uno sfondo che magari raffiguri qualche nostro prodotto o qualche nostra immagine distintiva, stando attenti alla “leggibilità” della composizione (nessuno di noi vuole che il proprio logo venga storpiato o non compreso correttamente, giusto?).
Anche la descrizione della bio ricopre un ruolo fondamentale: la prima riga è il nostro biglietto da visita. Sarà importantissimo chiarire immediatamente quale sarà il focus del profilo lasciando intuire agli utenti perché dovrebbero seguirci. Nelle righe sottostanti si potrebbe optare per elenchi puntati (se si tratta di un profilo personale anche con emoji) inserendo qualche hashtag che realmente ci identifichi, ma ricordandosi di non superare il numero di caratteri totali disponibili, che è 150. Non dimentichiamoci di aggiornare i nostri recapiti (fisici e non) per invitare i follower a contattarci personalmente. Adesso possiamo dirlo davvero. Siamo pronti a pubblicare i nostri primi contenuti: partiamo!
Pubblicare su Instagram: 3 consigli utili
Non basta mettercela tutta. La nostra gara non può affidarsi solo e puramente al caso. Fin dai primi metri dobbiamo avere ben chiare tutte le strategie che ci potranno facilitare l’arrivo al traguardo. Partiamo allora con 3 regole fondamentali: i contenuti devono essere coerenti, accattivanti e partecipativi.
1. Essere Coerenti premia
Sia che abbiamo scelto un profilo personale, sia che, invece, si stia parlando di un profilo aziendale, la coerenza è uno dei capisaldi da seguire durante la creazione di un piano editoriale. Pubblicare contenuti contrastanti può essere fuorviante per l’utente che, confuso a sua volta, potrebbe scegliere di non seguirci più. D’altra parte, così come la bio, anche il feed di Instagram funziona come nostro biglietto da visita. Fornire un’immagine chiara e uniforme di ciò che siamo può aiutare a sceglierci. Pagine come @Freeda, ad esempio, pur celebrando la spontaneità e la libertà personale, mantengono una coerenza visiva che funge da tratto distintivo e significativo per tutti i suoi follower.
2.Creare contenuti accattivanti: sì, ma come?
Una volta trovato un taglio ben chiaro e definito per i nostri post, si passa alla regola successiva: bisogna essere accattivanti su Instagram. Ecco come:
- Applicando filtri alle immagini in modo che possano emergere fra la moltitudine di foto presenti nelle bacheche degli utenti. In particolare si consiglia di aumentare luminosità e contrasto, evitando colori tendenti al nero o al grigio;
- Non tutte le varietà cromatiche, infatti, riscuotono lo stesso successo su Instagram. Ne è un esempio @Tesla: l’azienda di Elon Musk utilizza il colore rosso per far risaltare alcuni dei suoi contenuti pubblicati. Basta scorrere rapidamente il feed per rendersi conto che questi balzano immediatamente all’occhio. Alcuni consigli Instagram-friendly? Se il rosso è usato per catturare l’attenzione, l’azzurro, invece, può stimolare l’interazione;
- Non concentriamoci solo sulle immagini, però. Anche le didascalie (o per meglio dire i copy) sono importanti. Una bella descrizione o una frase accattivante, appunto, possono essere più performanti rispetto ad una foto fantastica senza “cornice”. In più, un testo scritto bene capace di catturare l’attenzione può aumentare il tempo di permanenza sul nostro post. Cosa significa questo? Che più un utente resta su uno stesso contenuto, più aumentano le possibilità che Instagram ci dia maggiore visibilità in futuro;
- La geolocalizzazione aiuta gli utenti non solo a trovarci, ma anche a contestualizzarci e, di conseguenza, a conoscerci meglio;
- Scegliamo di taggare altre pagine o altri contenuti. Il tag permette di identificare all’interno di un copy una pagina o un’altra persona presente su Instagram. In questo modo aiuteremo a creare interesse e curiosità verso il nostro profilo;
- Coerenza sì, ma la si può ottenere anche diversificando la forma dei nostri contenuti. Muoversi tra immagini e video può rendere più dinamico il profilo. Dall’estate 2018, inoltre, è possibile sfruttare la sezione IGTV, con sequenze più lunghe del fatidico minuto;
- Fra le varie tipologie di pubblicazioni spiccano le stories. Anche in questo caso, diversificare fra post in feed e stories, appunto, può essere importante per far emergere il profilo. Qui lasciamo spazio alla fantasia. Etichette, hashtag, tag, sondaggi, quiz: usiamo tutte le funzionalità concesse nel tentativo di costruire un contenuto virale. Un unico accorgimento:mettiamo il focus dei nostri contenuti sempre all’inizio e alla fine delle nostre sequenze. Nel primo caso servirà per smarcare tutti gli utenti che non sono interessati; nel secondo servirà per ribadire il nostro concetto. Se poi vogliamo utilizzare le stories anche per arricchire il nostro feed o per essere rintracciabili nella sezione esplora si può sfruttare la nuova funzionalità, di ispirazione TikTokiana, proposta da Instagram, ovvero i Reels. Per scoprire differenze e peculiarità di tutti i formati video previsti da Instagram, basta leggere il nostro articolo dedicato.
3. Guidiamo i nostri follower
Vogliamo condurli al sito? Vogliamo che ci lascino un like? O vogliamo che scrivano un commento? Insomma, ogni cosa che induca i nostri follower a letteralmente “fare qualcosa” fa parte della call to action e aumenta la possibilità di partecipazione (sì, era la regola numero 3). In particolare si chiama click to rate il passaggio da un nostro contenuto direttamente al profilo. Più riusciamo ad aumentare il valore del click to rate (determinato da copertura/visite), più sarà alta la possibilità di aumentare il numero dei nostri follower.
Un capitolo a parte: gli Hashtag
Servono realmente? È opportuno perderci del tempo? Rassegnatevi, la risposta è sì. Gli hashtag rimandano a tematiche o vere e proprie nicchie di interesse necessarie per renderci visibili anche agli occhi di chi non ci segue. Per questo motivo devono essere inerenti al copy o al messaggio che vogliamo veicolare. Ma come scegliere quelli giusti?
Non ce lo aspetteremmo, ma con gli hashtag entra in gioco anche la matematica. Giusto un paio di formule, non temete! Ogni hashtag ha un volume, ossia il numero di volte che è stato utilizzato dagli utenti presenti su Instagram. Tra quelli che utilizzeremo (il quantitativo consigliato è 15), ne occorreranno sia di piccolo volume (prima formula: n° di follower x 100), un’altra parte di medio volume (non superiore al n° follower moltiplicato per 1000) per terminare con un volume ancora maggiore (fino all’infinito e oltre). #Però, #non #facciamoci #sfuggire #la #situazione #di #mano! Se eravamo già pronti a inondare i nostri follower con il cancelletto magico di Instagram possiamo abbandonare ogni sogno di gloria. Ci sono un paio di controindicazioni da tenere a mente: mai usare gli hashtag nel primo commento, mai utilizzare sempre gli stessi (cambiamoli!) e mai usare hashtag come #likeforlikes o #followforfollow. In tutti questi casi otterremo l’effetto contrario: Instagram ci penalizzerà!
Dimmi dove e quando!
La qualità supera sempre la quantità: scegliere contenuti di valore è e sarà sempre la strada vincente per arrivare al traguardo. Poniamo, però, il caso di aver bisogno di alcune linee guida da seguire per pianificare il numero dei contenuti. Come ci comportiamo in questo caso? Innanzitutto bisogna nuovamente distinguere fra post in feed e stories. Queste ultime dovrebbero aggirarsi sulle quattro giornaliere, possibilmente spalmate omogeneamente fra mattina e sera in base al target di riferimento. I post, invece, sono molto efficaci se pubblicati nei giorni infrasettimanali (Martedì, Mercoledì e Giovedì). Per quanto riguarda la frequenza, quindi, non si hanno regole certe, discorso inverso se si parla di orari strategici per la pubblicazione. Gli utenti, infatti, statisticamente concentrano la loro presenza su Instagram nel primo pomeriggio (tra le 14 e le 15) e in serata (intorno alle 21). Postare un paio d’ore prima garantisce una maggiore probabilità di essere notati: evitandoci “l’ora di punta” ci faremo trovare già lì quando gli utenti accederanno alla piattaforma.
La scelta del target è fondamentale
Siamo agli ultimi metri della nostra corsa. Il traguardo è davanti a noi e gli avversari sono alle spalle (almeno si spera). Rivolgiamo lo sguardo verso il pubblico in festa. Sì, ma quale pubblico? Ecco l’ultimo (ma non per importanza) dei temi da affrontare su come creare un profilo Instagram davvero efficace. Anche in questo caso non ci sono grandi differenze tra profilo personale e aziendale: si tratta dei nostri follower e le buone pratiche per creare un target specifico restano le stesse.
Reach vs Impression
Una disputa che terrorizza i social media manager dagli albori del digital marketing. Proviamo a fare un po’ di chiarezza, una volta per tutte: per reach si intende il numero di account unici che hanno avuto la possibilità di visualizzare un certo contenuto, mentre le impression corrispondono al numero di volte che un contenuto ha avuto la possibilità di essere visto da un determinato pubblico. Non è ancora chiaro? Parliamo di reach quando indichiamo gli utenti (solo i profili) che hanno visualizzato il nostro post; le impression, invece, consistono nel numero di volte che un nostro post è stato visto (quindi anche più volte dallo stesso profilo). Un numero identificativo per capire se stiamo creando contenuti realmente efficaci? 30% della totalità dei nostri follower: questo dato rappresenta il reach medio di un post su Instagram. Non riusciamo a raggiungere così tanti utenti? Andiamo a capire perché.
Centrare il bersaglio
In un certo senso, dobbiamo cercare di ribaltare le dinamiche follow/follower. Se è vero che non possiamo fare a meno di essere seguiti, dobbiamo però cercare di farci seguire dal pubblico giusto, essendo noi a scegliere verso quale pubblico rivolgerci. Per questo, sono molto importanti i primi contatti da seguire, in modo da incanalare i nostri argomenti di interesse. È sconsigliato, inoltre, interagire con i profili in maniera casuale: cerchiamo sempre persone o pagine che siano coerenti con ciò che andremo a comunicare. Sbagliare il target potrebbe comunque portarci molti follower, ma abbasserebbe notevolmente il nostro engagement (il vero valore del nostro profilo e la reale motivazione che potrebbe spingere Instagram a darci maggiore visibilità). L’engagement consiste nel livello di coinvolgimento degli utenti e si compone di like, commenti e salvataggi. Per aumentare la propria visibilità è necessaria una corretta sinergia fra queste 3 tipologie di interazione, ben sapendo che più sono vicine all’orario di pubblicazione, più aumenteranno la possibilità che anche altri utenti riescano a raggiungerci. Altro consiglio in arrivo: chi sono i mass follower? Dentro a questa etichetta includiamo tutti i profili che seguono un numero altissimo di persone (per la cronaca, il numero massimo è 7500). È utile cercare di instaurare un rapporto con questi utenti? La risposta è no. Questi profili, avendo appunto troppi seguiti, faranno fatica a distinguerci dagli altri e raramente si trasformeranno in utenti davvero attivi nel nostro profilo. Cercare, invece, di interagire con profili più “low”, può permetterci di aumentare la possibilità di essere notati anche attivamente e quindi … premiati da Instagram!
Come comportarsi con gli Influencer?
Le stesse interazioni, se fatte da profili differenti, hanno lo stesso peso? Per essere più precisi: il nostro like vale come un “mi piace” messo da un utente seguito da milioni di persone? Ebbene, è giusto farsene una ragione: la risposta è no. Più un utente ha seguito, più le sue interazioni possono risultare “pesanti”, appunto, ossia causare spyke (o picchi) di engagement nei confronti dei beneficiari. Fatta questa opportuna premessa, introduciamo due concetti: power like e power bombing. Assicuriamoci di ottenere engagement da profili con un alto numero di follower ed il gioco sarà presto fatto. Chi può fornirci questo tipo di interazioni? Gli influencer, ovvio. Non sfruttiamoli, però, solo per questo! Gli influencer, infatti, sono spesso protagonisti di vere e proprie sponsorizzazioni in pagina con post o stories, pubblicizzando in maniera diretta il nostro brand o i nostri prodotti. Attenzione, però, quest’ultima strategia non sempre porta a risultati ottimali perché potrebbe essere penalizzata da Instagram stesso. E allora che fare? Ci sono due vie, con la seconda più adatta per vere e proprie realtà aziendali:
- cercare la collaborazione di micro influencer. Non si cercherà un profilo unico con tanti follower, ma si cercherà di ottimizzare la comunicazione con più profili contraddistinti da un minor seguito. Questa tecnica può portare un grande risparmio dal punto di vista economico. Lo svantaggio, però, consiste nel stringere rapporti con utenti non professionisti, che potrebbero, quindi, costarci più tempo e più energie.
- creare un influencer interno all’azienda. Sì è vero: anche in questo caso si potrebbe incappare in ingenuità e inesperienza (ma dipende dal profilo eletto per questo ruolo).. Ma chi meglio di un dipendente interno può comunicare all’esterno i valori di un’azienda?
Il profilo ancora non decolla? Gli ultimi consigli per un profilo Instagram di successo
Siamo prossimi alla meta. Dobbiamo solo mettere la testa avanti per essere sicuri di riuscire nel nostro obiettivo. Andiamo a scoprire come fare lo scatto finale, quello che potrebbe essere decisivo sempre che…non incorriamo nello shadow ban: il terrore di ogni social media manager. Si tratta di una penalizzazione imposta direttamente dalla piattaforma. Può essere causata da un nostro comportamento considerato scorretto e può condizionare radicalmente i nostri risultati, anche se spesso non abbiamo modo di accorgercene. Questa “punizione”, infatti, è invisibile agli occhi degli utenti che, quindi, potrebbero continuare a ripetere gli stessi errori inconsapevolmente. Si tratta di una premessa obbligatoria prima di indirizzarci sull’ultimo argomento.
Ecco allora gli ultimi consigli per creare e costruire il proprio profilo, da usare con moderazione.
Strategie di crescita: give away e freebies
Il GiveAway è la pratica con cui si concede uno sconto, una promozione o più in generale un premio a tutti gli utenti che svolgono una particolare azione sul nostro profilo (se e solo se). “Condividi il nostro post nelle storie, potresti vincere un nuovo smartphone!” Ecco a voi un facile esempio. Occhio, però! Non è consentita in tutti i Paesi.
In questo caso, può tornarci utile suo cugino, ossia il Freebie. Stessa strategia, con la differenza che ogni utente che parteciperà attivamente alla promozione riceverà una ricompensa.
Gruppi Telegram e follow/unfollow
Telegram può essere uno strumento utile per ricevere e dare interazioni mirate. Come? Esistono veri e propri gruppi (in cui è possibile entrare solo su invito) costruiti appositamente per facilitare lo scambio di like, condivisioni o commenti fra i partecipanti. Ovviamente ha le sue controindicazioni. Abusarne potrebbe generare uno spike iniziale di interazioni non corrisposto da un seguito organico. In sintesi: il nostro sarà solo un successo apparente.
Il Follow/Unfollow è una delle pratiche più antiche per aumentare i propri seguaci. Ricordandosi sempre di cercare all’interno del proprio target di riferimento, in base a questa strategia possiamo iniziare a seguire profili in attesa del loro follow back. Una volta ottenuto smettiamo di seguirli a nostra volta. Il risultato sarà presto evidente: tanti follower per pochi utenti seguiti. Non solo si tratta di una pratica eticamente dubbia, ma, come già accennato in precedenza, lo shadow ban è sempre dietro l’angolo.
Instagram Ads e user generated content
Sfruttare Instagram ADS è sicuramente uno dei modi più efficaci per crescere sulla piattaforma. Creare campagne ad hoc può generare più interazioni col nostro profilo e può portare, in seconda battuta, a un aumento dei nostri follower. Ricordate però, attualmente non esistono campagne con obiettivo “raccolta fan”, come invece avviene per Facebook. Per questo, dovremmo essere molto bravi a lavorare di contenuto (vi ricordate cosa dicevamo all’inizio su questo?) e invitare gli utenti a “Scoprire” il nostro profilo: se decideranno di seguirlo è perché avremo fatto un ottimo lavoro di content marketing!
Rendiamo partecipe il nostro pubblico soprattutto se produce contenuti utilizzabili anche da noi.Già diversi profili ricondividono i contenuti dei propri follower. Abbiamo l’esempio del @Guardian che, con l’hashtag #GuardianCam, crea una comunicazione condivisa lasciando che sia il pubblico a fornire uno sguardo sulla realtà e sulle ultime notizie in tempo reale. Oppure il @Milan che rilancia tutti i post o le storie creati dagli utenti allo stadio durante le partite. In questo modo incentiveremo i nostri follower a taggarci, aumentando la nostra visibilità. E se due profili si accordano per ricondividersi a vicenda? In questo caso si parlerà di S4S (Shout for Shout) e Scambio Storie, ossia le due strategie che riguardano rispettivamente post e storie, appunto, utilizzate dagli utenti per menzionare vicendevolmente.
Abbiamo finalmente concluso la nostra gara. Cosa ci possiamo aspettare? Salire sul gradino più alto del podio? O dover attendere ancora un po’, nella speranza di poter raggiungere domani il nostro traguardo? Quando si parla di social media non si può dar nulla per scontato. È fondamentale continuare ad aggiornarsi, continuare ad allenarsi. Una cosa è certa, quindi: tutti i consigli elencati su come creare un profilo Instagram non potranno che esserci utili, ma per arrivare a risultati tangibili è sempre bene affidarsi a mani esperte: sapete già chi vogliamo consigliarvi, vero? Contattateci per una consulenza personalizzata.