Nell’epoca del visual storytelling, del trionfo di Instagram e della condivisione ossessivo compulsiva di emoticon e gif, parlare di testi lunghi per il web, come abbiamo fatto qualche tempo fa, sembra quasi una follia. Eppure, queste due realtà sembrano convivere perfettamente: se da un lato infatti la “fauna dell’internet” subisce il fascino dei contenuti visivi, dall’altro, quando vuole informarsi su qualcosa, si “fida” più dei testi lunghi ed esaustivi. Del resto, pensate alla vostra esperienza di utenti: quante volte vi è capitato di rimbalzare da un link all’altro, nella speranza di farvi un’idea chiara e quanto più vicina alla realtà su un argomento?
Da qui, la (nuova) passione degli utenti per il long form, del tutto in linea con lo spider di Google che, oltre ad attribuire importanza alla lunghezza del testo, già da un po’ di tempo favorisce il posizionamento organico dei contenuti “di buona qualità”, quelli scritti con criterio, utili e attendibili.
Cosa c’entra questa introduzione con le infografiche di cui si parla nel titolo, direte voi? C’entra perché i testi lunghi, anche quando sono scritti con tutti i santi crismi e rispettano alla lettera le regole del web writing, a volte “spaventano” il lettore del web, che per definizione è tanto esigente quanto frettoloso e distratto. Creare un’infografica però ci aiuta a superare questo ostacolo: vediamo perché e quali sono i migliori strumenti gratuiti per trasformare i nostri contenuti in “mappe mentali”.
Il potere dell’immagine: perché l’infografica è più efficace?
Probabilmente lo saprete già: noi esseri umani siamo più attratti dalle immagini che dagli elementi testuali, che peraltro vengono elaborate dal cervello molto più velocemente. L’infografica è uno strumento utilissimo perché ha tutti i vantaggi dell’immagine, pur non essendo una semplice immagine: è colorata, bella, appetibile, attrae l’utente e viene memorizzata facilmente. I suoi simboli, la sua struttura e i contenuti testuali però, dicono molto più di quanto non faccia una semplice immagine: filtrano e semplificano concetti, evitando al nostro cervello un sovraccarico di informazioni che può ostacolare l’apprendimento e l’interesse nei confronti di un argomento.
Per essere coerente, ho inserito di seguito (per l’appunto) un’infografica (“rubata” su digitalmarketingphilippines.com), che vi permetterà di testare quello che avete appena letto:
Long form sì, ma l’immediatezza prima di tutto
In apertura vi ho parlato di una piccola grande contraddizione: il successo dei testi lunghi nell’era delle immagini. Un apparente ossimoro che deriva da due esigenze forti del nostro tempo, spesso difficilmente conciliabili: vogliamo il meglio, in poco tempo. Vogliamo informarci ma del web, diciamolo, ormai ci fidiamo fino ad un certo punto, quindi siamo portati ad aprire un contenuto lungo e ben fatto, che ci dà più fiducia di un articoletto striminzito che spesso chiudiamo per cominciare una nuova ricerca, a caccia della “controprova”. Il long form, quindi, risponde alla nostra richiesta di “qualità dell’informazione”, ma noi abbiamo bisogno di una fruizione immediata, tanto che spesso non leggiamo l’intero articolo, ma “scrolliamo” la pagina alla ricerca dei grassetti e dei titoli che rispondono alla domanda che ci ha portato a quel contenuto. L’infografica ci permette invece di “fotografare” e fare nostro l’intero articolo, ancor prima di leggerlo. E questo semplifica la vita anche del lettore più pigro.
L’infografica conquista anche il lettore più pigro
Non so voi, ma io, quando atterro in un articolo che contiene un’infografica (soprattutto se stilisticamente e cromaticamente risponde ai miei gusti) mi ci fiondo e la scruto per benino. Solo dopo passo al testo, e magari, se ho poco tempo, approfondisco i punti salienti, gli aspetti dell’infografica per me più interessanti.
È difficile infatti che davanti ad un’infografica il lettore, anche il più pigro, anche quando ha poco tempo, abbandoni la pagina: se la sua lettura è frettolosa e superficiale, nella peggiore delle ipotesi, la sua visita si ferma all’infografica. Se il lettore è curioso, l’infografica funziona da esca, o da elemento che chiarisce, semplifica ed aiuta a memorizzare i concetti.
In tutti i casi, è uno strumento che potrebbe aumentare il tempo di permanenza sulla pagina.
Rendere semplice e fruibile a tutti ciò che non tutti leggerebbero: la nostra case history
Circa un anno fa, Il Giornale del Cibo, magazine gestito da Noetica, si è occupato di un argomento che ai nostri occhi era tanto importante dal punto di vista informativo, quanto difficile da digerire: le fasi decisionali che portano alla definizione dei menù delle mense scolastiche. Parlare di norme, appalti pubblici e spiegare con esattezza i ruoli di questi dei vari attori che intervengono non è stato affatto facile, e dal nostro punto di vista si trattava di una questione su cui tutte le mamme e i papà, più o meno istruiti, avevano il diritto di vederci chiaro. Realizzare un’infografica non solo ci ha permesso di semplificare e rendere fruibile il contenuto dell’articolo, ma ha anche aiutato noi ad avere chiare e a memorizzare le fasi che portano alla definizione del menù, e questo ci ha fatto risparmiare un mare di tempo quando, sulla fanpage de Il Giornale del Cibo, le mamme hanno iniziato a rivolgerci domande sull’argomento. In parole povere, abbiamo testato anche su noi stessi quanto l’infografica fosse uno strumento utile per “studiare” e memorizzare un argomento.
L’infografica può “viaggiare” da sola e diventare virale
Un aspetto da non sottovalutare assolutamente è quello della potenziale viralità delle infografiche. Una volta creata, l’infografica può essere inserita in un articolo ma anche condivisa sui social, a patto che le sue dimensioni siano conformi a quelle che ogni social richiede per la condivisione di immagini:
Facebook: 940×940
Twitter: 1024 x512 oppure 506×506
Pinterest: 735×498
Instagram: 612×612
Questo la slega dal contenuto-madre? No, se alla condivisione aggiungiamo un commento testuale in cui inseriamo anche il link al nostro articolo. In questo modo, la facciamo diventare la sua “ambasciatrice” sul web.
Come creare infografiche: 5 strumenti per principianti
A questo punto, sui vantaggi dell’uso di infografiche, saremo tutti d’accordo. La domanda è: per crearle, ci vogliono necessariamente competenze grafiche? Sarebbe ingiusto e ipocrita dire che tutti siamo capaci di farlo: la scelta del layout, dei colori, della font, dello stile grafico e l’organizzazione degli elementi sono determinanti. Un’infografica originale richiede esperienza e competenze, che ripagano sempre: una mano esperta e competente restituirà sempre un risultato superiore a quello che può essere raggiunto da un principiante, mediante uno strumento online. Esistono però degli ottimi compromessi, dei tool per la creazione di infografiche che vale la pena di provare e di cui ho deciso di parlarvi.
1. Canva
Chi non conosce questo strumento? Chi almeno una volta nella vita, in assenza di un grafico, non è stato salvato da Canva? Ebbene sì, il re dei “progetti grafici fai da te” ci aiuta anche a fare le infografiche, dandoci la possibilità di scegliere un modello dalla libreria, “uploddare” immagini o utilizzare quelle che Canva mette a nostra disposizione, utilizzare filtri, cambiare lo sfondo e la font. Ecco il tutorial:
2. Piktochart
Anche questo è uno strumento molto intuitivo. E anche in questo caso potete partire da template già pronti, facilmente personalizzabili: potete inserire immagini e icone già presenti, personalizzare lo sfondo, la fonte e persino inserire un video. Uno strumento che vi viene incontro anche nei casi più disperati, permettendovi (se non puntate all’originalità) di creare persino un’infografica in 2 minuti. Guardare il video per credere:
3. Easel.ly
Easel vi permette di scegliere tra più di 100 templates e di personalizzare (esattamente come gli altri strumenti di cui abbiamo già parlato) cambiando colori, font, dimensioni, inserendo foto e illustrazioni. Ai più pratici dà anche la possibilità di creare un progetto da zero scegliendo un blank tamplate.
4. Genial.ly
Stessa storia: a partire da uno dei template disponibili potete personalizzare l’infografica come volete, inserendo persino delle animazioni. L’unica pecca è che la versione gratuita non consente il download gratuito del progetto finito: è possibile condividere o pagare 5 euro per scaricare e salvare l’infografica.
5. Infograph.venngage
Al momento della scelta del template, “ci chiede” subito che tipo di infografica vogliamo realizzare. Informativa? Comparativa? Geografica? Statistica? Il fatto che i template siano suddivisi con questo criterio è un surplus che permette anche all’utente meno esperto di orientarsi: è importante infatti che ci sia coerenza tra la struttura dell’infografica e la tipologia di contenuto, e che la scelta del template non si basi solo su criteri estetici. Una volta individuato il template che fa per voi, potrete lavorare sulla personalizzazione delle immagini, della font e dei simboli, come viene spiegato in questo tutorial:
Ora che siete arrivati in fondo all’articolo, rispondete sinceramente: quando siete atterrati su questa pagina, avete prima “splulciato” l’infografica che ho inserito o avete subito cominciato la lettura dell’articolo? Sapevate già che i testi per il web devono essere lunghi per “scalare la serp” e posizionarsi tra le prime pagine dei risultati di ricerca di Google? Allora prendetevi il mio consiglio: date un’occhiata all’articolo che ho appena linkato, vi sarà utile!