Il 2023 è stato un anno incredibilmente dinamico nel mondo del marketing digitale: l’introduzione dell’intelligenza artificiale ha infatti spinto le aziende e le agenzie di comunicazione a rimodellare le loro strategie e i loro processi di lavoro interni. Sono inoltre nate nuove opportunità di posizionamento e alcune “vecchie certezze” sono ormai crollate. L’accresciuta attenzione nei confronti della privacy degli utenti e il graduale abbandono dei cookie di terze parti hanno generato un web sempre più trasparente e utenti più consapevoli, ma dal punto di vista del marketing online questo si è tradotto in una perdita di dati misurabili e in maggiori difficoltà nel raggiungimento del target e del pubblico giusto (tramite operazioni di targetizzazione o remarketing).
Sebbene il web marketing sia per definizione mutevole e in costante evoluzione, quest’anno la percezione di trovarsi in un momento di svolta senza precedenti è stata grande e giustificata. Stare al passo con i cambiamenti, rinnovarsi e conoscere le nuove opportunità che si stanno aprendo è l’unico modo che le aziende hanno per non restare indietro in un web che, piaccia o non piaccia, diventa sempre più esigente e competitivo.
In questo articolo vogliamo raccontarvi i cambiamenti più significativi avvenuti su Google nell’ultimo periodo, focalizzandoci soprattutto sugli aspetti che, a nostro avviso, diventeranno fondamentali per le strategie SEO del prossimo futuro. L’obiettivo è farlo senza entrare in dettagli troppo tecnici o specifici, ma offrendo spunti e coordinate utili a capire e ad anticipare le tendenze.
Le ricerche su Google stanno cambiando
Per una strategia di visibilità online che sfrutti tutte le nuove opportunità offerte da Google è necessario innanzitutto capire come stanno cambiando le ricerche degli utenti e come, di conseguenza, sta mutando la visualizzazione delle risposte sul motore di ricerca.
Le ricerche degli utenti sono diventate sempre più difficili da prevedere e catalogare: i dati ufficiali dicono che il 15% delle ricerche è costituito da nuove domande, mai fatte prima e quindi non ancora presenti nei database di Google. Se a questo aggiungiamo il crescente utilizzo delle ricerche vocali (domande lunghe e articolate o espressioni come “vicino a me”) le difficoltà previsionali diventano ancora più evidenti .
Un altro aspetto da considerare – probabilmente il più importante – è l’aumento delle ricerche per immagini attraverso Google Lens (utilizzato ormai 10 miliardi di volte al mese). Questo significa che sempre più utenti cercano informazioni su Google utilizzando direttamente la fotocamera del loro cellulare, “bypassando” completamente la ricerca testuale o usandola solo in seguito per perfezionare la loro domanda. Proprio in quest’ottica Google ha introdotto, già dalla metà del 2022, il concetto di Multisearch che permette appunto di rendere incredibilmente interattiva la ricerca attraverso combinazioni di immagini e testo, come si può vedere in questo esempio tratto dal Blog Ufficiale di Google.

Ovviamente questo non significa che la ricerca testuale su Google sia diventata obsoleta da un giorno all’altro. La “Keyword Research” continuerà ad essere un aspetto fondamentale all’interno delle strategie SEO, tuttavia è necessario iniziare a capire che fa parte di un ecosistema di ricerca molto più ampio e variegato. Un ecosistema sempre più incline a dare visibilità a risultati che estendono il loro raggio d’azione anche oltre alla classica ricerca testuale.
Google diventa sempre più Social e Visual
Se le ricerche degli utenti diventano sempre più interattive e variegate è inevitabile che anche la pagina dei risultati di Google (la SERP) si modifichi per rispondere meglio a queste nuove esigenze. Elencare tutte le integrazioni apportate in SERP nel corso degli anni sarebbe inutile e ci porterebbe fuori strada, ma per i più curiosi abbiamo inserito fra gli approfondimenti un link a una mappa interattiva in cui è possibile vedere tutte le modifiche effettuate dal 1996 ad oggi.
Qui vogliamo focalizzarci sul senso generale di questi cambiamenti e provare a intuirne la direzione. Partiamo quindi dal cambiamento più importante, oltre che il più percepibile: Google sta diventando un motore di ricerca dall’impatto visual sempre più rilevante. La presenza dei video di YouTube e degli Short fra i primi risultati sta aumentando in maniera esponenziale e contemporaneamente cresce la presenza di Immagini e Risultati avanzati (box, caroselli, domande, etichette). Anche i risultati più classici e canonici – i “link blu” – sono ormai accompagnati da immagini di anteprima che occupano sempre più spazio.
In ultimo, l’introduzione dell’intelligenza artificiale nella ricerca (la Search Generative Experience SGE) sarà sicuramente destinata a cambiare ulteriormente l’esperienza degli utenti, anche se per adesso non abbiamo sufficienti informazioni per capire in che modo e quanto. Il concetto stesso di “essere in prima posizione su Google” diventa molto più sfuggente dato che una pagina web può comparire come primo risultato, ma essere realmente visibile solo dopo numerosi scroll, perché Google ha preferito dare più rilevanza a formati diversi come Video, Immagini e Rich Snippet.
Alla luce di questi cambiamenti è molto probabile che nel prossimo futuro gli utenti tendano a trascorrere sempre più tempo all’interno del motore di ricerca, esplorando e interagendo con i risultati come siamo soliti fare sui Social Media. E sembra che Google si stia orientando proprio in questa direzione: per esempio, nell’aggiornamento di novembre 2023 sulla ricerca personalizzata, Google ha annunciato l’introduzione di un pulsante “Follow” per seguire argomenti specifici e la possibilità di condividere note e consigli sui contenuti web direttamente nelle SERP. Modalità che si avvicinano sempre di più al “segui”, “condividi” e “commenta” dei Social Media.
In questo scenario, la sfida SEO per le aziende e per i business online sarà distinguersi e catturare l’attenzione all’interno di una SERP sempre più variegata, sfruttando contenuti originali, curati graficamente e declinati in formati che sappiano coniugare informazioni utili con il coinvolgimento audio e video. Ritorna il content marketing – ammesso che fosse mai andato via – con la differenza che se un tempo potevano essere sufficienti contenuti editoriali, ora sarà necessario fare Content a 360° gradi perché gli utenti sono sempre più abituati a guardare, sentire, interagire… oltre che leggere.
La visibilità di un Brand la sceglieranno gli utenti
Un altro aspetto destinato a modificare sia le strategie SEO che quelle Ads è sicuramente la personalizzazione dei risultati. Con l’introduzione del GDPR e la progressiva eliminazione dei cookie di terze parti, infatti, Google ha cercato nuove modalità per offrire agli utenti esperienze di ricerca pertinenti senza comprometterne la privacy.
Una risposta efficace a questa sfida è stata l’aggiornamento de Il mio centro per gli annunci: uno strumento a disposizione di tutti gli utenti che permette loro di regolare la visibilità degli annunci di un Brand o di categorie di argomenti all’interno del proprio Google. Sono modifiche che impattano soprattutto sulla pubblicità a pagamento, ma hanno anche ripercussioni sugli aspetti SEO, soprattutto in Discover e YouTube. Questo aggiornamento ha reso incredibilmente user-friendly e interattiva la selezione al punto che per gli utenti è quasi diventato “un gioco” gestire le proprie scelte in materia di personalizzazione e privacy.

Si tratta di un cambio di paradigma rilevante che sposta il controllo nelle mani degli utenti. In questa nuova ottica, l’utente non è più un oggetto passivo che subisce strategie pubblicitarie a lui estranee e percepite come invasive, ma diventa un soggetto attivo nel processo di personalizzazione, scegliendo in modo informato quali marchi e argomenti includere o escludere dai contenuti visualizzati. Per dirla in breve: visto che la pubblicità deve esserci per forza, tanto vale che sia io a dire a Google cosa voglio vedere e cosa no!
L’obiettivo delle aziende e dei Brand diventa quindi “farsi scegliere” e per farlo sarà fondamentale sviluppare una presenza online autorevole e perfettamente in linea con gli interessi e le preferenze del proprio pubblico target. In termini pratici, sarà necessario puntare su analisi dettagliate e costantemente aggiornate delle proprie buyer personas, per garantire che le strategie adottate rimangano sempre attuali e rilevanti.
I siti dovranno puntare su Autorevolezza, Velocità e Inclusività
Gli ultimi aspetti su cui vogliamo soffermarci in questo articolo riguardano l’organizzazione dei siti web, sia dal punto di vista di pagine e contenuti, che da quello tecnico-grafico. Abbiamo già visto che autorevolezza, interazione e impatto estetico sono diventati sempre più importanti per gli utenti e di conseguenza è necessario che siano ben manifesti anche all’interno dei siti web.
Per quel che riguarda l’autorevolezza, i Brand devono diventare fonti sicure per gli utenti sapendo intercettare le domande del loro target e offrendo sempre i risultati più adeguati. Da questo punto di vista, l’attività di content marketing, dopo attenta analisi delle buyer personas, resta sicuramente la strategia più efficace per raggiungere questo obiettivo, a patto che le risposte siano declinate nei formati più adeguati, come abbiamo visto. Inoltre un altro aspetto su cui puntare sempre di più è il coinvolgimento del team aziendale all’interno del processo di creazione dei contenuti, con interviste, video, pillole audio e co-scrittura degli articoli del blog. Si tratta di un lavoro che richiede impegno sia da parte del cliente, sia da parte dell’agenzia di comunicazione che deve rielaborare i contenuti secondo le logiche del web, ma il gioco vale la candela e crea un senso di affidabilità e fiducia per gli utenti. Per un cliente che lavora nel settore della credito abbiamo adottato questa strategia e quando a settembre Google ha aggiornato il suo algoritmo premiando l’autorevolezza e la qualità dei contenuti abbiamo registrato un aumento di visibilità superiore al +1.000%.
Nell’ambito dello sviluppo web invece l’interattività e la velocità sono due componenti fondamentali che giocano un ruolo cruciale nell’esperienza dell’utente. Una navigazione intuitiva, unita a tempi di caricamento rapidi, non solo migliora l’usabilità, ma è anche essenziale per mantenere l’interesse e l’attenzione dell’utente. In questo contesto, è rilevante richiamare i già discussi Core Web Vitals poiché costituiscono indicatori chiave nella valutazione dell’efficacia di un sito, oltre che essere veri e propri criteri di ranking.
Parallelamente, un aspetto destinato ad acquisire sempre maggiore importanza nel design web sarà l’inclusività. Rendere un sito web accessibile a persone con varie disabilità non è solamente una responsabilità sociale, destinata a diventare obbligatoria nel prossimo futuro, ma anche un modo per ampliare la portata del pubblico. Implementare le linee guida per l’accessibilità dei contenuti web, come le WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), è una scelta sicuramente lungimirante. Ciò implica l’uso di testi alternativi per immagini, un design responsive e un’organizzazione dei contenuti che possa essere comprensibile anche da software di lettura dello schermo. Inoltre, dal punto di vista grafico sarà importante considerare il contrasto dei colori, la dimensione e la leggibilità dei caratteri. Questa attenzione all’inclusività non solo garantisce l’accessibilità a un pubblico più ampio, ma riflette anche i valori di un Brand attento e consapevole delle diverse esigenze dei suoi utenti.
In un mondo digitale in rapida evoluzione, rimanere aggiornati e sfruttare le più recenti strategie di SEO è fondamentale per il successo di ogni azienda. Con 20 anni di esperienza nel settore del marketing e della comunicazione, Noetica è il partner perfetto per affrontare queste nuove sfide. Se volete rendere competitiva la vostra realtà non esitate a contattarci, saremo felici di aiutarvi a navigare in queste acque dinamiche per far crescere il vostro business.
Forse non sapevi che ….
Quest’anno, la testata online “Il Fatto Quotidiano” ha registrato una perdita del 40% del proprio traffico. Il vice direttore Peter Gomez, in un’intervista rilasciata a “Il Post” per la newsletter Charlie, ha commentato: “Il traffico di Facebook è scomparso, e noi avevamo una base forte. E poi anche i continui aggiornamenti dell’algoritmo di Google, e Discover che è instabile, possono far variare molto le letture di un pezzo a volte inspiegabilmente”.
La testata “Avvenire” ha invece raddoppiato il proprio traffico da un mese all’altro e il direttore Marco Girardo, anche lui intervistato dal Post, ha spiegato: “Abbiamo cominciato a fare delle sperimentazioni: cerchiamo di realizzare articoli più mirati per i nostri lettori, siamo più attenti alla SEO, abbiamo inserito piccole novità come le produzioni video. Una sperimentazione grossa poi l’abbiamo fatta quest’estate con la Giornata Mondiale della Gioventù, in cui abbiamo abbinato newsletter, podcast e video e contenuti mirati, esclusivi per il web”.
Per approfondire:
- Qui potete avere maggiori dettagli e informazioni sul concetto di Multisearch in Google
- Qui una linea del tempo con tutti i più importanti aggiornamenti nella ricerca di Google
- Qui gli approfondimenti su come sarà integrata l’AI all’interno della Search di Google
- Qui l’annuncio dell’introduzione del “follow” in Search e per l’esperimento di Notes
- Ecco la cosa più giusta da fare per migliorare la strategia SEO del vostro sito web
- Qui i consigli di Google su qualità e autorevolezza di un contenuto
- Qui le linee guida sull’accessibilità dei siti web