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I primi mesi del 2020 hanno segnato una forte attenzione dell’opinione pubblica nei confronti di Telegram, legata in parte alla crisi COVID-19: se da un lato ci sono stati casi drammatici di revenge porn e di utilizzo scorretto per la diffusione di copie pirata dei giornali (con la richiesta di oscuramento di molti “canali”), la forte crescita della piattaforma era un fatto evidente almeno dal 2018. Sempre più persone, soprattutto in Italia, hanno aperto un account su Telegram, nonostante utilizzassero già applicazioni dedicate esclusivamente alla messaggistica, ovvero Whatsapp o Messenger. Questa tendenza è anche confermata dall’incremento del termine di ricerca “Telegram” in Italia su Google:
Nel mese di marzo 2020, i download dell’applicazione in Italia sono arrivati alla cifra di 1,5 milioni, in un contesto generale che ha fatto raggiungere a Telegram la cifra, molto interessante, di 400 milioni di utenti a livello globale. Stando a statistiche aggiornate, 13 milioni di italiani in tutto hanno scaricato Telegram e, dato ancor più importante, l’utilizzo si attesta intorno alle 8 ore mensili.
Questa applicazione di così grande successo nasce in Russia nel 2013 ma i suoi creatori, i fratelli Durov (qui l’account Twitter di Pavel Durov, fondatore anche di VKontakte) hanno avuto sin da subito problemi con le autorità locali russe, che nel 2018 hanno vietato la piattaforma. Perché? Il motivo risiede sostanzialmente nell’alto livello di sicurezza della privacy degli utenti, che ha portato a uno scontro frontale con le autorità.
Telegram: punti di forza
A fronte di questi fatti e di questi dati, c’è da comprendere quali sono i punti di forza di Telegram, ciò che offre come servizio, come è possibile sfruttarlo per strategie di più ampio respiro a vantaggio di brand e istituzioni.
Aprire un account su Telegram è facile, serve giusto uno smartphone su cui scaricare l’applicazione. Ciò che che distingue però Telegram da Whatsapp e da Messenger (entrambi direttamente controllati da Facebook) può essere riassunto in due temi principali: la cura della privacy dell’utente e la possibilità di creare “canali”, da non confondersi con i “gruppi”.
In più, a livello tecnologico, c’è la possibilità di adoperare Telegram su Desktop senza avere il telefono connesso, perché è una applicazione interamente basata sul cloud, dunque trasferirsi da un dispositivo ad un altro è facile e immediato: posso, ad esempio, riprendere una conversazione in chat su Telegram sul mio pc mentre il telefono è senza batteria o disconnesso. I servizi offerti gratuitamente da Telegram e utilizzabili da chiunque (ma sempre rispettando tre semplici regole) sono sostanzialmente questi:
- Chat privata (anche in modalità “segreta”), con funzionalità particolari, tra cui la programmazione dell’invio messaggi, l’invio di messaggi a tempo limitato, la riproduzione di messaggi vocali a velocità doppia. La chat “segreta” ha un sistema considerato molto affidabile per la codifica dei messaggi, che sono esclusi dal cloud di Telegram e utilizzano la crittografia end-to-end: nessuno può intercettarli o decodificarli, possono avere durata limitata, possono “autodistruggersi”i. E, tra le tante accortezze, è difficile fare screenshot (ma non del tutto impossibile): insomma, un livello estremamente avanzato di protezione delle nostre conversazioni.
- Gruppi (pubblici e privati), con importanti caratteristiche: i gruppi Telegram possono contenere fino a 200.000 membri. Non è un errore di battitura, è proprio così.
- Bot, ovvero piccoli programmi, non sviluppati da Telegram ma dagli utenti, che possono ad esempio essere rintracciati e aggiunti ai gruppi, alle conversazioni private, ecc, con diverse funzioni.
- Canali (pubblici e privati), senza limiti di iscritti e definiti da una comunicazione “Top-Down”, ovvero non c’è la possibilità di dialogare e commentare, a differenza dei gruppi (salvo l’installazione di bot specifici). Questo è probabilmente il vero punto che differenzia Telegram dagli altri servizi di messaggistica, una funzionalità che rende questa piattaforma simile a un canale di comunicazione di massa o a un servizio gratuito per l’invio di newsletter. I canali Telegram non hanno limite di iscritti e possono inviare, sempre gratuitamente, un numero illimitato di messaggi.
Conviene segnalare anche la possibilità di scambiare file “pesanti” e di qualsiasi tipo fino a 1,5 GB (sì, anche in questo caso non è un errore di battitura), un bel punto di forza rispetto a Whatsapp, dove il limite è fissato attualmente a soli 100 MB.
Telegram sì o no?
Volendo esprimere un giudizio complessivo su Telegram, diremmo che è una applicazione di messaggistica più efficiente rispetto ai suoi competitor (per la protezione dei dati personali, per il numero di utenti consentiti nei gruppi, per l’utilizzo del cloud), svincolata dall’ecosistema Facebook, gratuita (non intende entrare nel mercato dei dati) e con una apertura all’esterno, definita dai canali, dai gruppi fino a 200.000 iscritti, dalla possibilità di creare bot.
È proprio questa tensione verso l’esterno combinata alla protezione della privacy e dei dati a fare di Telegram uno strumento utile non soltanto per le comunicazioni private o per l’organizzazione di team di lavoro, ma anche per finalità come la vendita o la diffusione di contenuti commerciali.
Prima di passare in rassegna alcuni possibili utilizzi di Telegram in ambito commerciale e di comunicazione, è bene ricordare che uno strumento va utilizzato con una strategia, conoscendo il contesto e le caratteristiche della propria audience attuale e potenziale. La prima domanda sensata da farsi è “Il mio target è su Telegram?”: questa domanda può avere risposta positiva in un contesto come quello italiano attuale, ma non in ogni caso e per qualsiasi settore. E poi, una volta stabilito se qualcuno è o potrebbe essere in ascolto, impostare una strategia per far crescere un gruppo o un canale. Già, perché è vero che Telegram è gratuito e vuol presentarsi addirittura come un ente no-profit, ma non ha nessuna funzionalità adv: dopo aver invitato sul nostro canale un numero di contatti limitato a 200, la sua crescita dovrà essere sostenuta altrove, con altri mezzi e risorse: ad esempio, inserzioni su altri social, blog-post, newsletter, offerte di contenuti utili (e-book, report) in cambio dell’iscrizione. Ma, soprattutto, puntando sul valore dell’iscrizione, su cosa e come effettivamente un iscritto riceverà in cambio, per cui si dovrà avere particolare cura del tono di voce e in generale della strategia editoriale.
5 possibili utilizzi di Telegram
Ecco allora alcuni possibili utilizzi di Telegram, oltre la sfera delle nostre relazioni private.
- Comunicare in azienda, coordinare team di lavoro, venditori, collaboratori, volontari (per ONLUS e organizzazioni con finalità benefiche) in sicurezza e potendo condividere allegati “pesanti”, fino a 1,5 GB, disponibili su tutti i device degli appartenenti senza soluzione di continuità grazie al cloud. Anche la funzione di ricerca tramite hashtag può risultare molto utile per rintracciare ciò di cui si ha bisogno. Le caratteristiche di Telegram per quanto riguarda la protezione dei dati sono “amiche” di tutte quelle realtà che hanno cura delle persone specie se giovani o appartenenti a categorie a rischio.
- Parlare con tanti, o con pochi, in base alla necessità e a obiettivi di marketing. La possibilità di creare gruppi e canali “privati” ci permette di selezionare con cura la loro composizione e calibrare il tipo di messaggi e contenuti da condividere. Se vendiamo on line, possiamo decidere di utilizzare più canali, ciascuno modellato in base al tipo di cliente. Una soluzione può essere quella di indirizzare ai clienti più fedeli offerte esclusive e informazioni specifiche su nuovi prodotti, novità interessanti, serie limitate ecc.
- Inviare aggiornamenti: link, immagini, pdf. È come una newsletter, ma non dobbiamo pagare in base agli invii o al numero di iscritti. Dobbiamo “soltanto” popolare il canale e utilizzarlo correttamente. In più possiamo automatizzare i processi di pubblicazione, sempre ricorrendo ai bot. Soluzione molto efficace per siti di informazione, blog, influencer.
- Organizzazione e promozione di eventi, per informare i partecipanti, dialogare (tramite i gruppi o bot specifici), diffondere contenuti, mantenere alta l’attenzione anche nelle fasi successive e per rinnovare iscrizioni.
- Intrattenimento, didattica, customer care, sondaggi: Telegram è anche noto per l’enorme quantità di sticker e gif animate disponibili, per i quiz in continua evoluzione, tutte occasioni per un contatto in una certa misura empatico con le persone, per coinvolgere, dialogare e conoscersi meglio.
Continueremo a seguire con attenzione tutti gli sviluppi di questa piattaforma, che con ogni probabilità è attualmente nella sua fase di maggiore espansione. Continuerà a crescere e diventerà effettivamente parte della nostra vita quotidiana? Reggerà il suo modello di business, riassunto nella frase “fare profitti non sarà mai uno degli obiettivi di Telegram”?
È sempre difficile rispondere a questo tipo di domande, molto meglio chiederci come e perché può tornarci utile.
A proposito, contattaci se pensi di avere bisogno di una consulenza più approfondita sulle potenzialità di Telegram per la tua attività.