TikTok for business? Intervista a Marika Marangella

facebook for business

Nel 2018 è stato lanciato TikTok, il social che prevede la realizzazione e la condivisione da parte degli utenti di brevi video. In meno di due anni ha raddoppiato la sua community e nel 2021 ha superato il miliardo di persone, suscitando sempre più curiosità mediatica. In particolare, nell’ultimo periodo, è diventato anche una piattaforma di lancio per prodotti e brand, sfruttata da numerose imprese italiane ed estere, che sono diventate una parte integrante dell’esperienza su questo social.

Ma come viene percepito TikTok dalle aziende? Possiamo riconoscere atteggiamenti molto differenti: alcune lo guardano con interesse, altre credono che il proprio target non sia presente su questo canale e scelgono quindi di non presidiarlo; infine, ci sono realtà che vorrebbero utilizzarlo ma non sono in grado di identificare i contenuti “giusti” e la strategia vincente per sfruttarlo al meglio.

TikTok, infatti, segue delle logiche molto particolari, nascondendo grandi potenzialità per piccoli e grandi business. Ne abbiamo parlato con Marika Marangella, Social Media Manager di Noetica e autrice del libro Comunica con TikTok e Reels (Zandegù, 2021), a cui abbiamo chiesto di illustrarci il rapporto tra le aziende italiane e TikTok attraverso esempi di successo e best practice.

Ci puoi aiutare a capire quali sono i pregiudizi che attualmente le aziende nutrono verso TikTok?

In base alla mia esperienza, sono tre i principali pregiudizi che le aziende nutrono nei confronti di questo social. Fino allo scorso anno, TikTok era considerato “il social dei balletti”, un’idea frequente in chi non conosce le effettive potenzialità di questo canale e lo sottovaluta pensando di impoverire la propria immagine proponendo contenuti ritenuti superficiali. Nell’ultimo periodo, invece, pare che questo stereotipo si stia dissolvendo, lasciando spazio alla consapevolezza che i meccanismi che governano la piattaforma, dopo le prime interazioni, mostrano i contenuti più in linea ad ogni visitatore, come l’informazione, la divulgazione e tutta la varietà di temi e format presenti.

Un altro pregiudizio frequente è considerare TikTok “un social da ragazzini”, un pensiero strettamente legato alla convinzione di non ritrovarvi, quindi, un target di interesse per il proprio business. E infine l’ultima convinzione, a mio parere errata, è legata a un deficit di utilizzo: si verifica infatti quando l’uso del social è passivo e voyeuristico. Parliamo quindi di utenti che prediligono la fruizione dei contenuti astenendosi dalla pubblicazione, per timore di non riuscire a crearne di accattivanti.

Molte aziende forse sono intimorite anche dal fatto di dover mettere la propria faccia su TikTok… Ma è proprio necessario farlo? 

Non è affatto necessario che ci sia una persona dell’azienda in primo piano: se si hanno grandi budget di investimento, ad esempio, si può scegliere di coinvolgere volti noti sulla piattaforma a cui commissionare dei contenuti da utilizzare all’interno del proprio canale. È il caso dei Muser (utenti con milioni di follower), che divengono ambassador di aziende per specifici progetti. Un esempio di successo è quello di Ikea, che ha scelto i volti di Madame ed Elio per uno sketch in cui lo sfondo è dominato dai mobili del celebre brand. 

Ma bisogna dire anche che non è necessario avere elevati budget da investire: coinvolgere giovani influencer, per esempio, consente di spendere meno. È il caso di NeN Energia, che ha scelto dei volti giovani, non influencer, per realizzare video sulle esperienze comuni con le bollette e sui vantaggi del proprio servizio. 

@nen.energia

Rispondi a @boyman1982 La nostra Gaia ci parla di ##conguagli e ##ratafissa nello ##SpiegoNeN: voi chiedete pure, noi non abbiamo niente da nascondere 😊

♬ suono originale – NeN

Anche le piccole imprese, inoltre, spesso emergono per le loro idee creative e vincenti. Trovare il proprio format, infatti, è una strategia premiante che consente al brand di diventare riconoscibile. Un esempio di successo è Flavio Flavetta, il fruttivendolo di Roma che accompagna nella corretta scelta degli ortaggi e nella lotta contro gli sprechi alimentari, optando per un taglio educational. Ma non è l’unico, sulla piattaforma troviamo anche Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che offre informazioni per la tutela dei diritti, spaziando tra argomenti diversi. 

Questi esempi dimostrano che non è necessario ricercare contenuti altrove, ma può essere vincente dispensare consigli pratici o condividere il proprio sapere in modo adeguato al linguaggio di TikTok.

Un’altra domanda che si pongono le aziende è quella relativa ai settori più presenti su TikTok… 

I settori più rappresentati sulla piattaforma sono beauty, fashion e lusso. Ma non solo: anche il settore medico-sanitario presenta molti specialisti che, ogni giorno, condividono il loro sapere attraverso consigli e guide pratiche. 

Il settore del food, in ottica di brand e non di food blogger, non è così presente come ci si potrebbe aspettare, nonostante la facilità e il potenziale che potrebbe risiedere nella condivisione di ricette e procedimenti culinari. Anche l’ambito assicurativo è poco rappresentato, ma attivo con inserzioni pubblicitarie. UnipolSai Assicurazioni, per fare un esempio, ha scelto di lavorare con il creator Mattia Stanga per sensibilizzare la community sul tema della guida sicura. Utilizzando il linguaggio divertente e autentico dell’intrattenimento, la Compagnia ha raccontato il dispositivo satellitare Unibox generando oltre 49 milioni di impression e un alto tasso di engagement in modo creativo ed innovativo.

Fonte: https://newsroom.tiktok.com/it-it/tiktok-brand-2021

Concludendo, un altro settore che può ottenere grandi benefici da TikTok è quello turistico. Per quanto riguarda le Regioni italiane, tuttavia, le realtà che sono scese in campo sono ancora poche. In particolare, è presente l’ente del turismo del Friuli Venezia Giulia e quello del Trentino, che nel corso del 2021 ha attivato diverse campagne di influencer marketing.

TikTok per le piccole e grandi imprese: che differenza c’è e quali strategie si possono attuare? 

La differenza principale, più che nel budget, risiede nella strategia e nella creatività che una realtà sa mettere “in pista”: una piccola impresa, infatti, può riuscire a fidelizzare anche di più rispetto ad una grande realtà, raggiungendo un pubblico di qualità. La piccola impresa, infatti, può essere meno vincolata da regole corporate e scegliere di sperimentare e divertirsi. Un consiglio è optare per strategie low budget che però puntino a ricreare dinamiche reali in cui l’utente possa identificarsi, aumentando progressivamente la sua intimità con la community legata al brand. Un esempio è il raccontare la giornata tipo di quel business, come si realizza un prodotto, le tipologie di clienti. 

Un’azienda che fornisce servizi, invece, potrebbe presenziare TikTok puntando su rubriche video in cui mostra l’utilizzo del proprio servizio o in cui risponde ai principali problemi riscontrati dagli utenti, sempre con ironia e professionalità. Ciò che deve trasparire è l’autenticità – insomma – il mettersi in gioco avvicinandosi alla community e sfruttando le criticità a proprio favore. Tra le opzioni, può scegliere di essere presente con un proprio profilo o semplicemente con delle inserzioni.

La grande impresa, solitamente, ha più budget da dedicare a campagne di influencer marketing o inserzioni. Nel 2021, infatti, sono state condotte diverse campagne sul social e TikTok ha segnalato quelle che si sono distinte per creatività, innovazione e intrattenimento. 

In base alla tua esperienza e frequentazione assidua del canale, sai dirci quali saranno le tendenze del 2022 su TikTok? 

TikTok non segue le tendenze: le crea. Per quanto riguarda i contenuti, infatti, vi sono nuovi trend ogni settimana, dunque è complesso fare una previsione sul lungo periodo, ma è più funzionale eseguire un monitoraggio settimanale. 

Tra il 2019 e il 2020 il formato più riprodotto è stato il lip sync, con cui vengono ripercorsi gli audio già pronti, doppiando la propria voce con canzoni o voci di persone famose o virali. Ora, invece, è più frequente l’utilizzo di una canzone che accompagna i contenuti video, come, ad esempio, la community che celebra le tappe del proprio viaggio nel 2021.

E poi il format che sta crescendo maggiormente, in termini di viralità e frequenza, è il POV (Point Of View), con cui il creator si immedesima in un altro soggetto (un professionista particolare, un animale o persino un oggetto), proponendo ironicamente il suo punto di vista. Questo modo consente una maggior fidelizzazione dei fruitori e la costruzione di una nicchia di seguito, che attende con curiosità gli appuntamenti periodici. Mattia Stanga, di cui vi ho parlato prima, per la sua capacità narrativa è diventato il tiktoker più cercato dell’anno dai brand.

In generale, il video è sicuramente il contenuto multimediale più in fase di ascesa e di evoluzione. Anche Instagram, infatti, si sta orientando sempre di più su questa linea, mostrando la sezione video che raccoglie IGTV, salvataggi di dirette e video nativi. Anche i reels, inoltre, sono un altro segno di avvicinamento a TikTok.

Prima di chiudere la mia intervista, vorrei sottolineare che TikTok, nato per ultimo nella galassia social, ha saputo in poco tempo imporsi come canale leader che fa tendenza e detta i trends alle altre piattaforme. Tutto mi fa pensare, inoltre, che a breve anche le aziende più reticenti accantoneranno i pregiudizi e si prepareranno a sbarcare con creatività ed entusiasmo su questo social.

Noetica come può supportare le aziende nell’utilizzo di TikTok?

Le opportunità di presenza digitale su TikTok per PMI e grandi imprese non fanno che moltiplicarsi, per chi le sa cogliere. Tuttavia, come spiega Marika, si tratta di un social in continua evoluzione, con il suo linguaggio e le sue logiche di utilizzo che è fondamentale conoscere bene per sfruttare a pieno tutte le potenzialità di questo canale.

Noetica può affiancare la tua azienda nella definizione della strategia di presidio su TikTok e, inoltre, nella predisposizione di un piano delle pubblicazioni, che preveda format adeguati e dalla spiccata creatività, e infine nella creazione tecnica dei video e gestione del canale.

Se vuoi approfondire l’argomento e capire se TikTok sia il social strategico per il tuo business, contattaci!

Letizia Vignudelli

Dopo una laurea triennale in Filosofia e una magistrale in Strategie di Comunicazione, ha svolto i primi incarichi come copywriter e LinkedIn strategist in ambito B2B per realtà nazionali e internazionali. Nel 2021 entra a Noetica, in cui attualmente ricopre il ruolo di SEO specialist e responsabile editoriale, sviluppando e monitorando strategie SEO su misura volte a ottimizzare i siti web delle aziende a livello strutturale ed editoriale, per potenziarne la visibilità online. Svolge formazione in SEO copy e coordina i copywriter nella realizzazione di contenuti.

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