Il 2 agosto 2025 è entrato ufficialmente in vigore l’AI Act, il primo regolamento europeo che disciplina in modo chiaro e strutturato l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale. Un passaggio epocale per tutti i settori, e in particolare per quello sanitario, dove l’adozione di strumenti AI – come i chatbot conversazionali – è sempre più diffusa.
Ma attenzione: l’AI Act introduce limitazioni ben precise e definisce in quali ambiti i chatbot potranno essere impiegati, a quali condizioni e con quali obblighi di trasparenza, sicurezza e protezione dei dati. In questo articolo ti spieghiamo come sfruttare le enormi potenzialità di questo strumento sempre, però, nel rispetto degli obblighi normativi.
Perché i chatbot AI sono così utili in ambito sanitario?
I chatbot AI sono sistemi conversazionali che utilizzano tecnologie di Natural Language Processing (NLP), ovvero l’elaborazione del linguaggio naturale, per interagire con gli utenti in modo autonomo, comprensibile e – in alcuni casi – personalizzato.
Nel contesto sanitario, questi strumenti vengono utilizzati per assistere sia i pazienti che i professionisti della salute, automatizzando compiti amministrativi, offrendo assistenza e facilitando la gestione delle informazioni mediche.
Supporto amministrativo
Un chatbot può aiutare lo staff con la gestione automatizzata di appuntamenti, richieste, reminder, verifica di coperture assicurative e FAQ logistiche. Tutto questo contribuisce a ridurre i tempi di attesa e alleggerire il carico di lavoro del personale.
Assistenza ai pazienti
Il chatbot può guidare il paziente nell’identificare il professionista più adatto e nel prenotare in autonomia, 24 ore su 24, 7 giorni su 7 garantendo quindi un presidio costante, anche in assenza dell’operatore.
Aiuto nella diagnosi e nei trattamenti
Alcuni chatbot più avanzati possono analizzare sintomi, aiutare nella raccolta dell’anamnesi, suggerire piani terapeutici e invitare promemoria, aumentando di fatto l’aderenza dei pazienti ai trattamenti prescritti. In questo caso, ovviamente, è fondamentale che ogni indicazione resti sotto il controllo del medico.
Cosa cambia con l’AI Act: le nuove regole in vigore da agosto 2025
Nonostante il potenziale, l’utilizzo dei chatbot AI nel settore sanitario deve fare i conti con numerose sfide operative, legali ed etiche, che l’AI Act cerca ora di regolare con maggiore chiarezza. Nello specifico, la nuova normativa stabilisce che l’uso di chatbot AI è consentito solo per finalità amministrative, considerate a “basso rischio” per l’utente.
Da agosto 2025 i chatbot possono essere utilizzati solo per:
- prenotazioni e gestione appuntamenti;
- risposte a FAQ logistiche;
- invio promemoria e messaggi automatici;
- accesso ad orari, recapiti, istruzioni pre-visita.
Non potranno, invece, essere utilizzati per raccogliere anamnesi o informazioni cliniche e fornire diagnosi e terapie.
Le condizioni obbligatorie per l’utilizzo dei chatbot AI in sanità
Anche in caso di comunicazioni amministrative, la normativa impone alle strutture sanitarie alcuni requisiti stringenti, tra cui:
- Trasparenza verso l’utente
Il paziente deve sempre sapere che sta interagendo con una AI e non con una persona reale. - Fallback umano
È obbligatorio offrire al paziente un’alternativa: infatti deve sempre poter parlare con un operatore umano. - Conformità al GDPR
È vietata la raccolta di dati sanitari che non siano strettamente necessari allo svolgimento delle attività amministrative. Il chatbot non può “sconfinare” in ambiti clinici. - Sicurezza delle comunicazioni
Autenticazione degli accessi, cifratura end-to-end e logging sicuro sono passaggi obbligatori. - Privacy Policy e DPIA
Serve una informativa chiara sulle modalità di trattamento dei dati e, se necessario, una valutazione d’impatto (DPIA). - Monitoraggio continuo e registro delle conversazioni
Le performance dell’AI (errori, incomprensioni, etc..) devono essere monitorate e le interazioni registrate per finalità di audit e miglioramento continuo.
AI Act e chatbot: una sfida da trasformare in opportunità
In conclusione, l’AI Act rappresenta un punto di svolta per il settore sanitario: da un lato apre la strada a un uso più consapevole ed efficace dei chatbot, dall’altro impone regole stringenti su sicurezza, trasparenza e tutela dei dati sensibili. Le strutture sanitarie hanno quindi davanti una nuova sfida: cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dall’introduzione dell’intelligenza artificiale, senza però incorrere in rischi legali.
In questo scenario complesso serve un partner in grado di coniugare competenze normative, digitali e di marketing sanitario. È qui che entra in gioco Noetica: da oltre vent’anni accompagniamo le realtà del comparto salute nei processi di comunicazione e digitalizzazione, aiutandole a integrare strumenti innovativi – come i chatbot – in modo sicuro, strategico e realmente utile per pazienti e professionisti.